UNICA e CISAL TERZIARIO al terzo posto tra i contratti del commercio.

Dai primi dati resi noti dall’INPS nell’ambito dell’avvio dell’opera di rilevamento del grado di applicazione dei diversi CCNL presenti nel panorama del lavoro dipendente italiano e con un riferimento temporale di 12 mesi sino a giugno 2018, è emerso come il sistema contrattuale di Federazione UNICA sia, nel settore commercio, il terzo per diffusione sull’intero territorio nazionale.

Questo dato vale sia per numero di aziende che lo applicano sia per numero di lavoratori inquadrati con il suddetto CCNL, assumendo, quindi, una valenza non semplicemente numerica ma un oggettivo significato sindacale e organizzativo, anche alla luce del suo grado di applicazione diffuso su tutto il territorio nazionale senza sostanziali differenziazioni.

Federazione UNICA, nel commentare positivamente la notizia INPS, fa rilevare come vengano premiati gli impegni posti in essere dalla nostra Associazione, così come da CISAL Terziario per parte lavoratori e dalle altre organizzazioni datoriali presenti al tavolo, per il diffondersi di una contrattazione di qualità e che sappia “fotografare” i reali bisogni del mondo della piccola e media impresa.

E’ ormai tempo di affermare che il tentativo dei soliti noti di ridurre tutto il mondo della rappresentanza delle imprese e dei lavoratori fuori dalla triplice e da Confindustria-Confcommercio – a semplice dumping contrattuale, è chiaramente sbagliato e non rappresenta la reale situazione del mondo del lavoro in Italia.

Difatti, la vera rappresentazione del mondo del lavoro italiano è contraddistinta da due grandi poli di differenziazione: il divario nord-sud e il rapporto tra grande impresa (oltre i 250 dipendenti) e micro, piccola e media impresa.

Troppo spesso i contratti collettivi promossi e imposti come naturalmente erga omnes sono frutto di una eccessiva semplificazione rispetto ai problemi che abbiamo appena evidenziato; non tengono conto della intrinseca debolezza del tessuto produttivo del Mezzogiorno e del rischi conseguente di spingere le imprese nel mondo del sommerso, così come non considerano che le regolamentazioni e gli adempimenti idonei all’organizzazione interna delle grandi imprese finisco per diventare un insostenibile aggravio per le PMI, che o non applicano le norme, con i noti rischi che questo comporta, o sono costrette a sostenere spese che incidono in maniera esorbitante sul bilancio aziendale.

UNICA, continuerà sempre con maggior impegno la sua ultradecennale battaglia affinché la legislazione e il mondo della contrattazione collettiva capiscano che il nostro è un Paese che, se correttamente indirizzato, può tornare ad essere protagonista nella scena mondiale così come è stato sino all’inizio degli anni Novanta del secolo scorso.

Roma, 10 dicembre 2018

 

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